lunedì 29 giugno 2015

Media-storyteller

Da sempre la vita degli esseri umani è condizionata da storie, racconti e miti popolari. Tutto ciò è necessario per dare un senso a quello che ci circonda e, in alcuni casi, all'esistenza stessa!


I media sono i principali “storyteller” della nostra epoca e più precisamente, attraverso i film si è iniziato a costruire ed a rafforzare il profilo e le attrazioni delle località interessate da questo fenomeno.  Da quest’immagine possiamo dedurre che i Paesi con maggiori produzioni di film sono India, Nigeria, USA, Cina e Giappone:

Le caratteristiche che devono presentare le destinazioni scelte sono: possedere luoghi esotici, nuovi o economici con i quali si riesce facilmente a mantenere l’attenzione del pubblico. Molto importante è avere chiaro il genere di film che si vuole produrre per capire qual è il luogo che meglio degli altri potrebbe attirare la tipologia di “film tourists” alla quale il film si rivolgerà, ad esempio:
  • ·         Fantasy, fantascienza: turisti di sesso maschile tra i 31-45 anni;
  • ·         Film d’azione: maggioranza di turisti maschi;
  • ·         Film romantici: incentrato su un turista “femmina”;
  • ·    Cartoni animati, programmi tv per bambini: rivolti a famiglie con bambini piccoli. Questo settore, attraverso una ricerca di marketing tra bambini dai 5 ai 10 anni, è risultato essere di forte impatto sia sulle vendite che sulla destinazione.

Vediamo come, alcuni famosi film, condizionano i luoghi di produzione:

IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Se vi trovate in Nuova Zelanda e più precisamente a nord dell'isola, è inevitabile una visita alla location del film. E' possibile, anche in bus, il centro turistico di MataMata, la fattoria Alexanders e visitare ciò che è rimasto del set; 
godendo del pittoresco paesaggio.


SHERLOCK HOLMES
I turisti sono stati incoraggiati ad intraprendere la loro personale avventura “misteriosa” in vista del lancio del nuovo film:


SERIE TV
"Outlander", a seguito del successo di questa serie tv statunitense è stato creato un sito per organizzare viaggi alla scoperta della location.





Per quanto riguarda l'Italia,in particolare modo per la Sicilia; la serie tv qui riportata ha reso i luoghi delle riprese mete molto ambite.
Le film commission più attive sono: Toscana, Puglia, Basilicata e Sicilia.








HOTEL...che riconoscerete!
Beverly Wilshire, Beverly Hills, Four Seasons Hotel

Pera Palace Hotel, Istanbul

Grand Hotel Pupp, Karlovy Vary

Hotel del Coronado, San Diego

martedì 23 giugno 2015

Ananas...Ananas ovunque!



L’ananas è ufficialmente il frutto della stagione estiva 2015! Non mi dite che non avete notato anche voi sui social l’invasione di foto di questo frutto tipicamente estivo: dalle stampe sui pantaloncini o t-shirt, alle foto con Ananas in testa o il frutto stesso con gli occhiali da sole. Insomma la fantasia di certo non manca, ma la mia domanda è perché proprio questo frutto e non ciliegie, albicocche o meravigliose fragoline? Per dare una risposta a questa domanda potrei iniziare a parlare di 'megatrend', di ragioni sociologiche e comportamentali, ma la risposta è molto più semplice: far sì che qualcosa diventi virale e creare 'buzz' oggi è diventato molto più semplice, basta avere l’idea giusta (non necessariamente geniale) e gli altri saranno 'follower'; nel nostro caso l’invasione dell’ananas risale probabilmente al festival musicale più trendy del momento: il Coachella.
E se qualcuno non avesse notato il trend prima, grazie al fast-fashion è sempre facile rimediare, ad esempio creando 'capsule collection' in occasione dell’expo 2015 (vedi Max&Co).



La difficoltà maggiore consiste nel rimanere al passo con i tempi ed avere sempre la risposta giusta, perché con la stessa rapidità con cui la “tendenza del momento” viene creata, svanisce.

E quindi mentre cucinate ananas grigliato e sognate vacanze alle Hawaii o Miami sentitevi ispirati per la prossima idea geniale!



HAVE A GREAT SUMMER!



lunedì 15 giugno 2015

L’era della “Rivoluzione Social”




 I social network sono nati circa una decina di anni fa inizialmente con lo scopo di rendere il più semplice possibile la comunicazione, anche a lunga distanza, e la condivisione di informazioni, avendo un notevole successo. Per entrarne a far parte è necessario creare un proprio profilo personale, inserendo informazioni più o meno specifiche a scelta dell’utente e grazie a questo profilo è possibile creare una propria rete di contatti, con cui appunto entrare in comunicazione.


In un momento successivo, con il diffondersi degli smartphone, che hanno consentito la navigazione Internet direttamente dal cellulare, l’affermazione dei social network è stata, per così dire, definitiva. Non solo si può accedere a casa tranquillamente dal proprio computer, ma quando si è fuori, magari a lavoro, all’università o con gli amici, si ha la possibilità di controllare e aggiornare in tempo reale il proprio profilo! Le persone hanno cominciato a condividere sempre più frequentemente foto, musica, luoghi e paesaggi visitati, interessi, insomma un vero e proprio diario dettagliato della propria vita.
Anche in ambito lavorativo il profilo social non rappresenta una banalità, ma anzi una vera e propria fotografia della nostra vita! Basti pensare al fatto che le aziende in cerca di nuovo personale spesso vanno a dare un’occhiata ai profili dei possibili candidati per cercare di scoprire qualcosa di più concreto sulla vita quotidiana rispetto a un semplice CV che talvolta può risultare standardizzato ed impersonale. Ed in base alle informazioni dedotte l’azienda può decidere se il candidato ha o meno le caratteristiche giuste per quel tipo di lavoro.
Senza dubbio l’effetto positivo di questa “Rivoluzione Social” è stato il rendere la comunicazione immediata, sempre possibile e indipendente sia dallo spazio che dal tempo. Ma per quanto riguarda gli effetti negativi?



Le persone, principalmente giovani, hanno sviluppato una sorta di dipendenza: il social rappresenta quasi una sorta di “mondo” di cui far parte e l’approvazione ricevuta da parte della propria rete di contatti viene percepita quasi come una forma di approvazione assoluta. In qualche modo se oggi non sei iscritto almeno ad un social network, rischi di suscitare lo stesso livello di solitudine di un eremita ritirato su una montagna! Vengono condivise più informazioni possibili sulla propria vita, ci si improvvisa spesso fotografi (le foto, infatti, devono essere “belle” per poter essere pubblicate), esistono addirittura orari più indicati per le pubblicazioni, e più “likes” suscitano le condivisioni, più cresce la sensazione di essere apprezzati e che la propria vita sia in qualche modo in grado di suscitare curiosità e interesse. Questa necessità di approvazione, se non soddisfatta, crea un gran senso di solitudine e una parziale perdita del senso della realtà che ci circonda, soprattutto per le persone che soffrono di insicurezza.

La domanda da porsi è: tutto questo non sarà in qualche modo esagerato? Come dice un vecchio proverbio “il troppo stroppia” e anche in questo caso bisogna essere cauti: nonostante i social siano utili per molti aspetti, non bisogna in alcun modo abusarne! Per quanto possa essere allettante coltivare  e condividere una vita sul Web, la vita, quella vera, è fuori da un computer o da uno smartphone e aspetta solo di essere vissuta a pieno.
Don’t be too Social!
Martina Rossi

giovedì 11 giugno 2015

Turismo 2.0

Il turismo, come la quotidiana vita dell’uomo, è continuamente influenzato dal mondo dei, così detti, “social-media”.
Ovviamente il merito di questo sviluppo va ricercato nell'avanzare della tecnologia e di una nuova struttura del web definita come “web 2.0”. Nessuno vuole mettere in secondo piano strumenti comunicativi come fiere, eventi e investimenti di settore; ma non possiamo non considerare la vita on line, o per meglio dire…in line! Secondo la ricerca annuale Mondial Assistance USA il 60% dei consumatori tiene conto delle recensioni trovate su internet prima di prenotare una vacanza o anche solo una notte in hotel; se consideriamo i viaggiatori al di sotto dei 35 anni, questa percentuale aumenta del 74%.

 Diamo uno sguardo generale alle principali piattaforme utilizzate nel turismo!
Tripadvisor, Il sito raccoglie le valutazioni scritte dagli utenti utilizzatori delle strutture; ogni recensione viene valutata dallo staff che giudica se è coerente alle linee guida del sito; in caso contrario non viene pubblicata. E’ uno dei più importanti, se non il più importante, sito di viaggi sul web. Simili a questa piattaforma troviamo: Gogobot, Skytrax (permette di recensire tutto ciò che ha a che fare con le linee aeree), Easy Voyage (il cui slogan è “all the tips for your trips”), Triptease (rivolto ad un mercato turistico di lusso e con un design in linea con il suo target) …questi sono solo alcuni dei tanti esistenti!
Facebook e Twitter canali in cui è possibile interagire direttamente con i tuoi clienti e in cui le persone si scambiano informazioni sui viaggi e sulle destinazioni turistiche.

Instagram, Youtube e simili, sono forse gli strumenti più adeguati perché capaci di veicolare foto e video meglio di altri.

Questi, a mio avviso, sono i migliori social network per quanto riguarda il mondo del turismo; sia svolgendo un’analisi dal punto di vista degli operatori che dei consumatori. Anche Whatsapp sta prendendo grande piedi in questo settore, cosa che possiamo dedurre dalle parole di Fred Wilson (uno dei più conosciuti Venture Capitalist nel settore digital): “La fase Social di Internet è conclusa. Le piattaforme di instant messaging sono i nuovi social media. Le famiglie usano i gruppi di WhatsApp invece di Facebook. I ragazzini usano Snapchat invece di Instagram. L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook ha sancito questo trend”. Si pensa quindi che questo social possa divenire un ottimo strumento di vendita e di assistenza cliente per gli hotel.
Concludo con un piccolo accenno al caso-scandalo di Tripadvisor per sottolineare che, nonostante la loro efficienza, è molto complicato muoversi all’interno di questi portali senza inciampare in qualche “trappola” o “falsità”. Purtroppo questo rimarrà sempre un problema perché essendo il web simbolo di estrema libertà di pensiero è complicato riuscire a controllare tutto ciò che vi accade e, soprattutto essendo diventati, questi siti, così importanti; certe imprese sono arrivate a pagare per mantenere una “buona immagine” agli occhi di chi legge.

Ciò che possiamo dedurre è che in quest’epoca i consumatori vogliono dire la loro e interagire con i loro brand preferiti, assumendo un ruolo attivo nel processo di comunicazione; il pericolo per gli operatori si traduce nella gestione della “online reputation”, non sempre facile da gestire.

                




“Virtuale oggi più che mai non è sinonimo di astratto ma di condivisione immediata.”